Introduzione
Il rabarbaro è una pianta che salta subito all’occhio per i suoi gambi dai colori vivaci e dal sapore acidulo, un ingrediente che in cucina può dare carattere a dolci, confetture e persino bevande. Non è solo questione di gusto: i suoi gambi contengono sostanze nutritive interessanti, che lo rendono versatile e utile anche per chi tiene alla propria alimentazione. La sua acidità si sposa bene con zucchero, frutta dolce e spezie, creando preparazioni fresche e piene di personalità .
Non è soltanto un ingrediente da dessert: il rabarbaro ha una storia lunga e affascinante. Originario dell’Asia, è arrivato in Europa secoli fa, dove ha trovato posto tanto nelle cucine domestiche quanto in quelle professionali. È legato alla medicina tradizionale, ma anche a tradizioni gastronomiche molto diverse tra loro.
Questa guida vuole accompagnarvi alla scoperta del rabarbaro in tutti i suoi aspetti: dalla botanica alle varietà , dalle proprietà nutrizionali ai benefici per la salute, fino all’uso in cucina e a qualche curiosità . L’obiettivo è darvi gli strumenti per conoscerlo davvero e per usarlo al meglio nelle vostre preparazioni, sia che vogliate provare ricette nuove, sia che vogliate apprezzarne i valori nutritivi.
Storia, origine ed etimologia
Il nome “rabarbaro” ha origini molto antiche. Viene dal latino rheum barbarum, che i Romani usavano per indicare le piante provenienti dall’Oriente, considerate “barbare”. Questo già racconta un po’ della sua storia: il rabarbaro arriva dall’Asia, in particolare dalla Cina e dalla Siberia meridionale, prima di diffondersi in Europa.
In Europa, è arrivato nel Medioevo come pianta medicinale. I medici lo consigliavano per le sue proprietà lassative e digestive, e la radice era considerata preziosa quanto alcune spezie rare. Solo più tardi i gambi hanno trovato posto anche in cucina, soprattutto nei dolci, grazie al loro gusto acidulo che si combina bene con zuccheri e frutti dolci.
Il rabarbaro ha lasciato il segno sia nelle cucine più semplici sia in quelle più raffinate. In Inghilterra è celebre per le torte e le confetture, mentre in Italia lo troviamo nei dolci da forno o accostato a frutti di bosco. La sua storia gastronomica racconta un lungo percorso di adattamento, che ha portato il rabarbaro a essere oggi un ingrediente apprezzato e versatile.
Caratteristiche botaniche e varietÃ
Il rabarbaro è una pianta perenne con gambi carnosi e dai colori intensi, che vanno dal verde al rosso, a seconda della varietà . Le foglie sono grandi e vistose, ma non si possono mangiare perché contengono sostanze tossiche. I gambi invece sono quelli che finiscono nei dolci, nelle marmellate o nei liquori. Le radici robuste sostengono la pianta e, un tempo, venivano usate anche in medicina per le loro proprietà lassative.
Esistono diverse varietà . Tra quelle da cucina più comuni ci sono i gambi rossi come Victoria e Crimson, più dolci, e quelli verdi come Sutton, dal sapore più deciso e acidulo. I gambi rossi si prestano bene a dolci e confetture, mentre quelli verdi vengono spesso utilizzati in cottura o in combinazione con frutta dolce.
Per coltivarlo servono terreno fertile, ben drenato e tanto sole. Cresce lentamente, ma una volta che si è stabilizzato può produrre gambi per molti anni. La raccolta avviene in primavera e all’inizio dell’estate, quando i gambi sono più lunghi e consistenti. Per conservarli, il frigorifero va benissimo, oppure si possono congelare per usarli più avanti.
Proprietà nutrizionali e benefici per la salute
Il rabarbaro è leggero e povero di calorie, ma ricco di fibre, che aiutano a mantenere l’intestino in forma. Contiene vitamine come la C e la K, minerali come calcio, potassio e manganese e sostanze antiossidanti che aiutano le cellule a difendersi dai danni quotidiani.
Ha anche un leggero effetto lassativo naturale, dovuto ad alcune sostanze contenute nei gambi e nelle radici, che stimolano delicatamente l’intestino. Le fibre, poi, aiutano a sentirsi sazi più a lungo, rendendolo un alleato anche per chi vuole tenere sotto controllo il peso.
Il consumo regolare può dare benefici anche al cuore e alla circolazione, grazie al potassio e agli antiossidanti. Alcuni studi parlano di effetti positivi sul metabolismo dei grassi e sulla glicemia, se inserito in una dieta equilibrata. Attenzione però: le foglie sono tossiche e vanno sempre eliminate.
Valori nutrizionali per 100 g di gambi crudi:
Calorie: 21 kcal
Acqua: 95 g
Proteine: 0,9 g
Grassi: 0,2 g (di cui saturi 0,03 g)
Carboidrati: 4,5 g (di cui zuccheri 1,1 g)
Fibre: 1,8 g
Vitamina C: 8 mg
Vitamina K: 29,3 µg
Calcio: 86 mg
Potassio: 288 mg
Magnesio: 12 mg
Fosforo: 12 mg
Uso in cucina
Il rabarbaro è incredibilmente versatile. Nei dolci i gambi tagliati a pezzetti si prestano a crostate, crumble, torte e confetture, spesso accoppiati a frutta dolce come fragole e mele per smorzarne l’acidità . Una cottura veloce aiuta a mantenere consistenza e colore.
Non solo dolci: il rabarbaro può diventare salse e marmellate, spesso arricchite con spezie come zenzero, cannella o vaniglia. La confettura di rabarbaro è ottima spalmata su pane, fette biscottate o accanto a formaggi freschi.
In alcune tradizioni entra anche nei liquori digestivi e negli sciroppi. Si conserva bene in frigorifero o congelato, mentre i gambi essiccati possono diventare tisane o infusi. Tra gli abbinamenti più riusciti ci sono frutta fresca, cioccolato bianco e spezie delicate, che esaltano il gusto acidulo senza sopraffarlo.
CuriositÃ
Il rabarbaro ha parecchie curiosità da raccontare. Un tempo le radici erano considerate preziose quanto le spezie rare e venivano usate in medicina tradizionale cinese per favorire digestione e depurazione. Solo più tardi i gambi sono diventati protagonisti della cucina europea.
Le foglie grandi venivano a volte usate per decorazioni o come coperture naturali dei piatti, ma ricordate: sono tossiche.
Oggi il rabarbaro trova anche applicazioni non alimentari: i gambi essiccati servono per tisane, mentre alcuni estratti sono usati in cosmetica per le loro proprietà antiossidanti e tonificanti. La combinazione tra acidità e benefici lo rende un ingrediente apprezzato sia a tavola sia in un’alimentazione consapevole.
FAQ
1. Che cos’è il rabarbaro?
È una pianta perenne dai gambi carnosi e aciduli, usata in cucina e apprezzata per le sue proprietà digestive.
2. Quali parti si possono mangiare?
Solo i gambi. Le foglie sono tossiche.
3. Quali benefici ha?
Aiuta l’intestino, apporta fibre e nutrienti e può supportare metabolismo e cuore.
4. Come si usa in cucina?
Nei dolci, crostate, confetture, salse e liquori digestivi. Si abbina bene a frutta dolce e spezie.
5. Può essere mangiato crudo?
Sì, ma a piccoli pezzi e spesso con zucchero per bilanciare l’acidità .
6. Qual è la stagione migliore?
Primavera e inizio estate.
7. Come conservarlo?
Frigorifero, congelato o essiccato.
8. Da dove viene?
Dalla Cina e Siberia meridionale, arrivato in Europa nel Medioevo.
9. Perché si chiama rabarbaro?
Dal latino rheum barbarum, che indicava piante provenienti dall’Oriente.
10. Curiosità principali?




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