La trippa alla romana è un classico della tradizione laziale, un piatto considerato "povero", ma ricco di gusto. Un secondo sostanzioso facile da preparare, che richiede un po' di tempo a disposizione per la cottura, perfetto da servire per un pranzo in famiglia.Mescolate con cura, lasciandola cuocere e insaporire per 20 minuti circa a fuoco medio. Ritirate dal fuoco, trasferite la trippa alla romana sul piatto da portata, profumatela con la mentuccia e servitela con una spolverata di pecorino grattugiato. Trascorso il tempo di cottura della trippa, scolatela, eliminate carota, cipolla, sedano e alloro e trasferitela nella salsa di pomodoro. Intanto, preparate la base al pomodoro: in una casseruola, scaldate due cucchiai d’olio e uno spicchio di aglio. Dopo che l'aglio si sarà rosolato, versate la salsa di pomodoro. Aggiustate di sale e cuocete senza far asciugare troppo il sugo. Chi desidera un twist di gusto in più può aggiungere del peperoncino. Per preparare la trippa alla romana iniziate dalla pulizia delle frattaglie. Ponetele in uno scolapasta, lavatele molto bene e fatele scolare. Tagliate la trippa a striscioline, non troppo piccole. In una pentola, sbollentatela per circa 1 ora in acqua leggermente salata con sedano e carota, la foglia di alloro e la cipolla steccata con due o tre chiodi di garofano. La ricetta della trippa alla romana è semplice, ma serve un po' di tempo perché cuocia a dovere. Essendo una parte dell'animale caratterizzata da un sapore forte, è importante sia lavarla con accuratezza prima di iniziare a lavorarla sia farla cuocere nell'acqua con le verdure e gli aromi e poi nel sugo di pomodoro. La mentuccia e il pecorino aggiunti alla fine, poi, danno un tocco di sapidità e freschezza imprescindibile.
Il risultato è un secondo profumato e appetitoso, perfetto da condividere durante un pranzo in famiglia, magari con un pasto a tema "tradizione romana", dove sfoggiare primi come la Cacio e pepe oppure gli Spaghetti alla carbonara.La trippa alla romana è un piatto tipico della cucina laziale, molto gustoso e sostanzioso, che utilizza il cosiddetto quinto quarto, ossia le frattaglie. Considerato per questo un piatto povero, se cucinato a regola d'arte è in realtà una vera e propria prelibatezza.
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